Come riconoscere la zoppia di un cavallo

 

 

Zoppia del cavallo a cura del Dott. Marco Reitano.

 

zoppia cavallo

Zoppia del Cavallo cos’è e come agire

Questo argomento è tanto di interesse per un uomo di cavalli quanto ostico per la concentrazione che è necessariamente richiesta al lettore per comprenderne la diverse sfumature.

 

Descrivere la zoppia con un solo scritto non è molto facile poiché la visione diretta sarebbe molto più chiara ed esplicativa.

 

Prego quindi di considerare questo scritto come una base teorica e di riferimento da tener presente allorquando di fronte a un cavallo zoppo cercheremo di analizzare la situazione ed orientarci correttamente se non altro sulla ricerca  dell’arto interessato.

 

La zoppia non è altro che una “sindrome algica” per dolore localizzato in una o più parti del corpo (il più delle volte in un arto) che viene/vengono ad essere interessati durante il movimento.

 

In sintesi la zoppia è un’andatura antalgica (diversa da quelle fisiologiche note e descritte); cioè caratterizzata da una serie di variazioni rispetto all’andatura normale, finalizzate ad alleviare il dolore durante il movimento.

 

Tipi di zoppie dei cavalli

Esistono zoppie di poggiata o di levata o di avanzamento o di spinta, ma le più frequenti sono le zoppie di poggiata o di sostegno, quelle cioè che si evidenziano a carico di un arto quando lo stesso è chiamato a sopportare la maggior intensità di carico durante la falcata.

 

La zoppia può interessare uno o più arti anche contemporaneamente e viene classificata secondo una scala di intensità crescente: primo grado quando è appena visibile al trotto, secondo grado quando è ben visibile al trotto, terzo grado quando è molto evidente al trotto e quarto grado quando è visibile anche al passo.

 

L’esame di un cavallo affetto da zoppia si svolge al trotto poiché questa è l’andatura che ci permette di evidenziare con più facilità gli scostamenti del movimento dalla normalità. Infatti il trotto è andatura saltata in due tempi che si concretizza con appoggi alternati dei bipedi diagonali, destro e sinistro, intervallati da una fase di sospensione.

 

Ha generalmente un ritmo molto regolare e non è basculata. Nella zoppia, il cavallo per trovare la migliore situazione antalgica (in grado di alleviare il dolore) trova delle soluzioni nuove per il movimento e sposta i pesi sui quattro arti in base alla sede del dolore modificando costantemente la distribuzione di pesi e spinte.

 

Poiché il cavallo può far questo solo coinvolgendo l’organo deputato alla gestione del baricentro e cioè il bilanciere (apparato testa collo) tale attività antalgica viene evidenziata al trotto dal non fisiologico movimento della testa verso l’alto, verso il basso e lateralmente.

 

Anche se il trotto è l’andatura principe per l’analisi di una zoppia, in effetti il veterinario, nel suo esame osserva il cavallo anche da fermo nel suo box, all’uscita dallo stesso, al passo in dirittura ed in circoli stretti alle due mani ed anche in stazione per captare ulteriori segni “antalgici”.

 

Ad esempio se è normale vedere un cavallo fermo in stazione con un posteriore sollevato “in riposo” non è normale osservare la stessa cosa a carico di un arto anteriore. Il cavallo “che scrive”, infatti, e cioè con un arto anteriore spostato in avanti ed alleviato dal sostegno del peso del corpo, è sempre situazione su cui indagare con attenzione nascondendo il più delle volte una patologia locomotoria a carico dell’arto “che scrive”.

Zoppia di un arto anteriore

Il sintomo di una zoppia a carico di un arto anteriore è il sollevamento della testa nel momento in cui al trotto quell’anteriore inizia la fase di appoggio. Oltre a ciò si realizza di fatto una velocizzazione di tale fase con diminuzione temporale dell’appoggio dell’arto rispetto al controlaterale.

 

Quindi al trotto, per un dolore a carico dell’arto anteriore destro, la testa si solleverà nel momento in cui inizierà l’appoggio dell’anteriore destro e tenderà a riscendere nel momento in cui appoggerà l’anteriore sinistro che quindi sorreggerà maggior peso.

 

Zoppia di un arto posteriore

Il sintomo di una zoppia a carico di un arto posteriore è il sollevamento della groppa (colpo di groppa) nel momento in cui al trotto quel posteriore inizia la sua fase di appoggio. Anche in questo caso verrà velocizzata la fase di contatto con il terreno dell’arto.

 

Ma mentre si realizza il colpo di groppa contemporaneamente si verifica un leggero spostamento della testa (bilanciere) verso il basso.

 

Ad esempio per una zoppia per algia localizzata al posteriore destro la groppa si solleverà nel momento in cui è in appoggio il posteriore destro e quindi la testa si abbasserà contemporaneamente. In quello stesso momento sarà in appoggio anche il solo anteriore sinistro.

 

Questi spostamenti della testa sono espedienti antalgici finalizzati a spostare il baricentro.

 

Nel primo caso, per zoppia anteriore destra la testa si alza per spostare il baricentro verso l’unico arto in quel momento in appoggio al trotto sul terreno e cioè il posteriore sinistro.

 

Nel secondo caso il colpo di groppa si evidenzierà con l’appoggio del posteriore destro e l’abbassamento della testa conseguente si evidenzierà nel momento in cui appoggia l’anteriore sinistro. Immediatamente dopo questo abbassamento la testa recupererà poi nel tempo successivo la sua posizione originaria (risollevandosi) e normale mentre è in appoggio l’anteriore destro ed il posteriore sinistro.

 

L’attenta analisi di quanto detto ci fa comprendere che una zoppia di una arto anteriore può essere confusa con una zoppia a carico del posteriore dello stesso lato.

 

Così come invece la zoppia contemporanea a carico di due arti anteriore elimina la possibilità al cavallo di alzare la testa poiché poi lo stesso cavallo non potrà riscendere con la bascula sull’anteriore controlaterale caricandolo e quindi l’unica arma antalgica sarà l’accorciamento delle falcate e l’aumento complessivo del ritmo.

 

Il cavallo cioè trotta veloce ed a piccoli passi. La stessa cosa si verifica con una zoppia contemporanea su un bipede diagonale o sul bipede posteriore.

 

Zoppia cavallo importanza del trotto

E’ interessante ed utile notare che un cavallo zoppo ad un arto anteriore o posteriore dello stesso lato tende a galoppare correttamente al galoppo della mano opposta ed anzi se noi durante l’esame clinico forziamo il trotto per analizzare la zoppia noteremo che con facilità quel cavallo preferirà partire al galoppo limitando il trotto.

 

In caso di zoppia a carico dell’anteriore destro o posteriore destro il galoppo preferito sarà quello sinistro e viceversa nei casi opposti.

 

Ciò ci dice molto chiaramente ed oggettivamente che il galoppo, giustamente scelto e praticato, è andatura meno logorante del trotto proprio per la sua caratteristica biomeccanica che allevia le pressioni a carico del bipede laterale esterno. Tutto ciò per cercare solo di capire l’arto o gli arti interessati dalla zoppia.

 

Ma la strada è poi ancora lunga per il veterinario che, se vuole fare una diagnosi precisa, dovrà anche individuare l’esatta sede del dolore.

 

Dopo aver visto il cavallo trottare in dirittura si passerà quindi all’esame al trotto in circolo stretto alle due mani e ciò permetterà di confermare o potenziare quanto già osservato in dirittura.

 

Solitamente in circolo le zoppie tendono ad evidenziarsi considerato l’aumentato carico sull’arto interno al circolo o l’aumentata torsione od avanzamento di quello esterno.

 

Una localizzazione “bassa” della patologia e cioè dal nodello in giù solitamente peggiora con l’arto all’interno del circolo mentre una zoppia alta tende a peggiorare con l’arto all’esterno del circolo. Statisticamente nei cavalli impiegati nelle discipline olimpiche sono più frequentemente diffuse le patologie localizzate nelle estremità distali degli arti (basse).

 

Localizzazioni alte sono decisamente più sporadiche. Per tale ragione il veterinario non omette mai, prima dell’esame del cavallo al trotto od immediatamente dopo, di effettuare l’esame dello zoccolo (suola) con la così detta tenaglia esploratrice che, comprimendo le diverse porzioni della suola (dalla punta ai talloni), permette di evidenziare algie localizzate all’interno dello zoccolo, spesso causate da sobbattiture, ascessi plantari o semplici compressioni.

 

Flexing attivi e passivi

Dopo l’esame in circolo il veterinario effettuerà i così detti flexing test attivi e passivi. Il flexing test del nodello anteriore è il più praticato e consiste:

quello Attivo : nel sollevare l’arto anteriore di interesse, flettere forzatamente lo zoccolo ed il dito rispetto al nodello e tenere la flessione forzata per circa 40 secondi; lasciare l’arto e far partire il cavallo al trotto per osservarne la reazione nelle prime falcate;

quello Passivo quando ci si limita alla flessione forzata del nodello senza continuare con l’esame al trotto immediatamente successivo.

 

Tali test offrono ulteriori informazioni circa la localizzazione dell’algia che quando localizzata a livello delle falangi e/o del nodello si evidenzia sia alla flessione passiva ed ancor di più in quella attiva.

 

Ultima fase dell’esame diagnostico clinico è l’anestesia diagnostica tronculare che consiste nel desensibilizzare l’arto interessato dalla zoppia partendo dalle sue porzioni più distali e procedendo poi verso l’alto sino ad ottenere la scomparsa della zoppia a testimonianza di aver anestetizzato la zona anatomica dolente.

 

Esami strumentali

Una volta individuata la sede del dolore si procederà con gli esami strumentali, RX, ecografia, ecc. per perfezionare la diagnosi.

 

Ricordo e sottolineo che questi esami strumentali sono e devono essere solo “la ciliegina sulla torta” dell’esame diagnostico, ma non essere la parte principale dello stesso.

La diagnosi deve essere effettuata dal clinico attraverso l’applicazione del rigoroso metodo diagnostico e l’esame rx od ecografico devono rappresentare solo la conferma ed il perfezionamento della diagnosi.

Trascurare la prima fase e privilegiare la diagnostica per immagini strumentale significa rischiare di incorrere in imbarazzanti errori diagnostici.

Di Cohorse

Cosimo Santeramo.

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