Il movimento del Cavallo

A cura del Dott. Marco Reitano.

 

Movimento del Cavallo

Il cavallo ha nel suo movimento la principale arma di difesa per tale ragione nella sua evoluzione biologica ha sviluppato al massimo tutti quegli espedienti biomeccanici atti a garantire la migliore resa con il minor dispendio di energia.

 

Primi fra tutti gli allungamenti dei segmenti ossei distali dei 4 arti che permettono con piccoli movimenti delle ossa prossimali grandi escursioni delle estremità a contatto con il terreno.

 

I diversi schemi coordinativi (motori) del cavallo in movimento delineano le diverse andature che quindi nella sintesi sono i diversi modi con cui il cavallo si muove. Il movimento viene di fatto permesso ed espresso dall’azione dei quattro arti sul terreno che si succede secondo appunto “schemi motori” consolidati.

 

Ogni arto, nella sua completa rivoluzione (ciclo completo del suo movimento nell’ambito di una falcata) presenta una fase di “poggiata” in cui si realizzano: contatto col terreno, inizio carico, pieno carico, indietreggiamento, massimo indietreggiamento, e di “ levata” che comprende: stacco dal terreno e sollevamento, avanzamento.

 

A loro volta sia la fase di appoggio che di levata, all’esame laterale, presentano una fase anteriore ed una posteriore a seconda del posizionamento dello zoccolo al davanti od al di dietro della perpendicolare immaginaria che attraversa la scapola e che taglia l’avambraccio in due metà (craniale e caudale).

 

Le andature del cavallo sono classificate sulla base della sequenza motoria di ogni falcata. Per falcata si intende ciò che avviene dalla poggiata di un arto alla successiva poggiata dello stesso arto. Sono andature simmetriche quelle in cui lo schema motorio è uguale nel movimento alle due mani così come in dirittura; mentre è denominato asimmetrico il galoppo poiché lo schema motorio del galoppo destro è opposto allo schema motorio del galoppo sinistro. Possono ancora essere saltate o camminate.

 

Saltate quando nell’ambito della falcata o tra due falcate successive esiste una fase di completa sospensione in cui nessun arto è a contatto con il terreno. Camminate quando ciò non accade e durante il movimento c’è sempre almeno un arto a contatto con il terreno. Basculate o non basculate.

 

Sono basculate quando il movimento è scandito dal periodico movimento della testa attraverso l’incollatura. Non basculate quando la testa risulta sempre apparentemente ferma sul piano sagittale mediano.

 

Ai fini della comprensione delle andature del cavallo e del significato biomeccanico delle loro manifestazioni cliniche è bene ricordare sempre che un arto per spingere verso l’alto o verso l’avanti deve immediatamente prima della spinta “portare peso”. Così come un arto in sollevamento o sollevato non può ovviamente ne spingere ne sostenere.

 

Il massimo sostegno di un arto si realizza quando lo stesso si posiziona secondo la perpendicolare delle forze gravitazionali. Le diverse andature sono anche classificate con l’analisi dei così detti tempi. Questi sono espressi dalla successione del contatto con il terreno di uno o più arti contemporaneamente durante lo sviluppo di una falcata.

Il Passo

E’ un’andatura simmetrica, camminata, basculata in 4 tempi. Partendo da un alt, si solleva prima un’anteriore dopo che il cavallo attraverso l’incollatura gestisce il suo baricentro spostando il peso dall’anteriore che deve sollevarsi verso l’altro anteriore ed il treno posteriore. Ecco perché risulta decisamente scorretta l’eventuale azione dell’uomo da terra del tirare la corda verso l’avanti per indurre il primo passo. Il tirare infatti si contrappone decisamente alla naturale azione del cavallo che invece per sollevare un anteriore deve necessariamente spostare la testa verso l’alto. Dopo l’anteriore si attiva il posteriore diagonale, poi l’altro anteriore e successivamente l’altro posteriore.

 

Il passo è decisamente basculato e prevede un’oscillazione della testa dal basso verso l’alto e viceversa ed anche trasversale da sinistra a destra e viceversa. Il tutto per gestire il baricentro che così velocemente deve spostarsi dall’avanti al dietro e da un lato all’altro per gestire appoggi e spinte.

 

Quando un posteriore avanza, durante quindi la fase anteriore di sollevamento di quel posteriore il cavallo, per favorire l’avanzamento massimo dello zoccolo sotto la massa flette la colonna vertebrale verso il lato del posteriore in esame (concavità dorsale sul lato del posteriore che avanza). In questo momento i muscoli dorsali posti sulla concavità del dorso flesso sono contratti (quindi accorciati) ed i muscoli controlaterali antagonisti sono rilassati e si allungano.

 

Pertanto se osserviamo attentamente un cavallo al passo libero da dietro noteremo il regolare movimento laterale della coda (groppa) da un lato all’altro e viceversa in base al posteriore che avanza.

 

Più questo movimento della coda è evidente e più si può dire che il cavallo ha un passo attivo e flessibile grazie alla completa libertà della cerniera dorso-lombare (articolazione tra ultima vertebra dorsale e prima vertebra lombare), alla piena rispondenza neuro muscolare dei muscoli antagonisti dorsali.

 

Tale flessibilità e morbidezza si concretizzerà anche per merito di un’incollatura assolutamente libera e sarà comprovata dal massimo avanzamento dello zoccolo del posteriore rispetto all’impronta lasciata sul terreno dallo zoccolo anteriore dello stesso lato. I passi “tecnici” noti in equitazione sono il passo libero, il passo medio, il passo allungato, il passo riunito.

 

Il massimo avanzamento del posteriore rispetto all’impronta dell’anteriore si realizza al passo libero.

 

Il minore avanzamento sempre rispetto all’impronta dell’anteriore si verifica al passo riunito in cui i posteriori sono generalmente più avanzati sotto la massa essendo più impegnati nel sostegno corporeo ma meno nell’avanzamento. La velocità del passo libero è pari a circa 110 metri/minuto. L’ampiezza di una falcata è di circa 2 metri.

 

Naturalmente un cavallo che deve aumentare la sua velocità al passo tende ad aumentare il ritmo prima di poter aumentare l’ampiezza della falcata.

 

Il passo è forse l’andatura più difficile sotto il profilo tecnico proprio per la complessità motorio-coordinativa e di gestione del baricentro che oscilla, come sopra detto, disegnando ad una visione immaginaria dorso-ventrale, una figura a farfalla ortogonale all’asse del cavallo, con punto centrale di contatto delle due ali (immaginarie) a livello del baricentro del cavallo quando fermo in stazione quadrupedale ed in appiombo.

 

Il passo fisiologico e naturale è l’andatura con la quale il cavallo compie piccoli spostamenti quando ad esempio mangia l’erba al prato.

 

E’ un’andatura dalla scarsa efficienza biomeccanica. Infatti per piccoli aumenti di velocità, ad esempio da 110 metri/min. a 125 metri/min, il cavallo è costretto ad aumentare notevolmente l’impegno con particolare riferimento al ritmo della falcata rilevando nel contempo l’incollatura a comprova dello spostamento del baricentro verso il treno posteriore per il maggior impegno degli arti posteriori.

 

Pertanto il passo non è un’andatura economica ai fini biomeccanici, ma idonea solo all’assunzione di cibo.

 

Il Trotto

E’ un’andatura simmetrica, saltata, non basculata in 2 tempi. I 2 tempi sono espressi dall’appoggio contemporaneo di un bipede diagonale a cui si aggiunge il successivo appoggio del diagonale opposto dopo una breve fase di sospensione.

 

Il trotto è considerato sostanzialmente non basculato anche se di fatto l’incollatura compie piccoli movimenti per gestire gli spostamenti limitati del baricentro che risulta piuttosto stabile. Durante il trotto il dorso del cavallo è giustamente tonico e la colonna vertebrale non manifesta flessioni laterali. Invece in base all’entità dell’ampiezza della falcata richiesta la colonna vertebrale tende a flettersi a livello lombo sacrale (cerniera lombo sacrale).

 

Infatti il posteriore può avanzare tanto più sotto la massa quanto il tratto sacrale, su cui è appoggiato il bacino, tende ad inclinarsi (retroversione del bacino) posteriormente. Il bacino si inclina quando il sacro si flette per effetto della contrazione dei muscoli addominali e degli psoas, grazie anche al rilassamento completo dei muscoli antagonisti (muscoli dorsali).

 

I trotti“tecnici” noti in equitazione sono il trotto di lavoro, trotto medio, trotto allungato e trotto riunito. Il trotto allungato è quello in cui il posteriore avanza maggiormente sotto la massa superando sempre l’impronta dell’anteriore omolaterale. Il trotto riunito è quello in cui l’avanzamento del posteriore è più limitato durante la spinta.

 

Tutti i trotti devono conservare lo stesso ritmo del trotto di lavoro pur modificando l’ampiezza della falcata e la direzione della spinta dei posteriori in base alla volontà del cavaliere. Il trotto medio ed allungato sono l’effetto dell’aumentato avanzamento del posteriore per spinte che sostanzialmente sono orientate verso l’avanti.

 

Nel trotto riunito la spinta è rivolta principalmente verso l’alto. La velocità del trotto di lavoro è pari a circa 200-250 metri/minuto.

 

L’ampiezza di una falcata a questa velocità è di circa 3 metri. Se aumentiamo l’impegno aumenta l’ampiezza della falcata e conseguentemente la velocità. Continuando tale aumento di impegno si arriverà ad un punto limite in cui ogni cavallo può aumentare ulteriormente la sua velocità solo aumentando il ritmo avendo superato il limite della propria efficienza biomeccanica complessiva.

 

Al trotto il cavallo ben evidenzia la propria elasticità muscolo tendinea, attitudine questa che conferisce oltre all’eleganza del movimento anche una indiscussa resistenza biomeccanica delle strutture osteo legamentose agli stimoli derivanti dai diversi gesti atletici.

Il trotto è andatura poco complessa sotto il profilo tecnico mentre risulta onerosa sotto il profilo del logoramento biomeccanico in quanto obbliga il cavallo a distribuire tutto il peso del corpo in ogni falcata alternativamente sui due diagonali con significativo carico degli arti anteriori e posteriori. Il trotto è impiegato dal cavallo in natura per piccoli tratti e solitamente per il passaggio dal passo al galoppo. E’ andatura più efficiente del passo sotto il profilo dell’energia producibile.

 

Il Galoppo
E’ un’andatura asimmetrica, saltata, basculata in 3 tempi. I 3 tempi sono espressi dall’appoggio del posteriore esterno, quello contemporaneo del diagonale esterno e quello dell’anteriore interno. Mentre nel trotto la fase di sospensione è tra i due tempi che definiscono una falcata, nel galoppo la sospensione separa tra loro le diverse falcate.

 

Il galoppo è andatura basculata con movimenti ripetitivi dell’incollatura dall’alto verso il basso e viceversa. Il basculamento è proporzionato alle variazioni di equilibrio e quindi alla velocità dell’andatura.

Durante il galoppo il dorso del cavallo è tonico e la colonna vertebrale non manifesta flessioni laterali anche se esiste la tendenza (errata quando non richiesta dal cavaliere) del cavallo a flettersi nella direzione del movimento per facilitare l’avanzamento del posteriore interno sotto la massa.

 

Tale tendenza tende a sparire con l’aumentare della velocità. Più il cavallo è veloce e più il cavallo risulta essere naturalmente dritto con spinta sempre più indirizzata verso l’avanti e meno verso l’alto.

 

Anche nel galoppo come nel trotto la colonna vertebrale tende a flettersi sul piano sagittale mediano ed a livello della cerniera lombo-sacrale con intensità dipendente dal graduale impegno della spinta. Infatti il posteriore può avanzare tanto più sotto la massa quanto il tratto sacrale, su cui è appoggiato il bacino, tende ad inclinarsi (retroversione del bacino) posteriormente.

 

Il bacino si inclina quando il sacro si flette per effetto della contrazione dei muscoli addominali e degli psoas, grazie anche al rilassamento completo dei muscoli antagonisti (muscoli dorsali).

 

I galoppi “tecnici” noti in equitazione sono il galoppo di lavoro, galoppo medio, galoppo allungato e galoppo riunito. Il galoppo allungato è quello in cui il posteriore avanza maggiormente sotto la massa superando sempre l’impronta dell’anteriore omolaterale. Il galoppo riunito è quello in cui l’avanzamento del posteriore è più limitato durante la spinta.

 

Tutti i galoppi devono conservare lo stesso ritmo del galoppo di lavoro pur modificando l’ampiezza della falcata e la direzione della spinta dei posteriori.

 

Quando si richiederà un ulteriore aumento della velocità sino ad ricercare la velocità massimale il ritmo aumenterà notevolmente e la spinta dei posteriori si orienterà prevalentemente verso l’avanti, la fase di sospensione risulterà sempre meno evidente ed il galoppo diventerà in 4 tempi per disgiunzione dell’appoggio del bipede diagonale esterno per accelerazione del posteriore rispetto all’anteriore.

 

La velocità del galoppo di lavoro è pari a circa 300-350 metri/minuto.

 

L’ampiezza di una falcata a queste velocità è di circa 3,5-4 metri metri.

 

Se aumentiamo l’impegno aumenta l’ampiezza della falcata e conseguentemente la velocità. Continuando tale aumento di impegno si arriverà ad un punto limite in cui ogni cavallo può aumentare ulteriormente la sua velocità solo aumentando il ritmo avendo superato il limite della propria efficienza biomeccanica complessiva.

 

La velocità massimale di un cavallo sportivo è di circa 1000 metri/min. con un’ampiezza di circa 7-8 metri. Il galoppo è andatura poco complessa per il cavallo ed anzi è la più efficiente sotto il profilo biomeccanico in termini di resa/onere energeticoE’ l’andatura dei grandi spostamenti e della fuga.

 

Principali difetti di andatura

Ambio: è un passo o un trotto in 2 tempi per bipedi laterali. Più facile a manifestarsi al passo rispetto che al trotto poiché nel passo lo schema motorio già prevede il temporaneo appoggio di un bipede laterale. E’ causato da problemi coordinativi del cavallo e/o da un errata somministrazione degli aiuti da parte del cavaliere con sottrazione della bocca da parte del cavallo alla mano del cavaliere.

 

Trotto in 4 tempi può avvenire:

– per appoggio anticipato degli anteriori rispetto ai posteriori diagonali per eccessivo spostamento del baricentro anteriormente (cavalli sulle spalle);

– per appoggio anticipato dei posteriori rispetto agli anteriori diagonali per eccessiva riunione.

 

Galoppo in 4 tempi a basse velocità

Si verifica per sdoppiamento del tempo diagonale per anticipo dell’arto anteriore in caso di cavallo sulle spalle od anticipo del posteriore interno per cavallo eccessivamente riunito.

 

A cura del Dott. Marco Reitano 

 

Di Cohorse

Cosimo Santeramo.

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