NUOVA EDIZIONE  rivista ed ampliata del libro di Giuliano Bacco

LA FORMAZIONE DEL PULEDRO SECONDO IL METODO NATURALE. COME STABILIRE UNA SANA RELAZIONE FRA UOMO E CAVALLO.

Il testo si apre con la presentazione di Raimondo D’inzeo:

“Con enorme piacere, mi appresto a dare un modestissimo contributo alla divulgazione di questo libro che tratta le tecniche di avvicinamento dell’uomo a quello che forse è il suo più fedele amico, “Il Cavallo”. In un’era che diventa sempre più meccanizzata fa piacere vedere che esiste ancora qualcuno, come in questo caso un giovanissimo ufficiale, che dimostra, oltre ad un grande amore per questo animale, come si può cercare di capirlo e di farsi capire con l’obbiettivo di un’intesa reciproca”.

Raimondo D’Inzeo, Roma ,2009


Si può addestrare un cavallo senza imparare a conoscere la sua natura, i suoi istinti, il suo linguaggio?

Esiste apprendimento senza comunicazione?

A queste domande, apparentemente di facile risposta, con un’affascinate e puntigliosa descrizione, il Ten. Col. Giuliano Bacco, in servizio presso il III Reggimento Savoia Cavalleria dell’Esercito Italiano, risponde nel suo libro: “La Formazione del puledro secondo il metodo naturale”.

Cavaliere dalla grande sensibilità e dall’esperienza pluridecennale, addestratore di centinaia di puledri, Il Ten. Col. Giuliano Bacco esplicita nelle pagine del suo libro un metodo di lavoro particolarmente efficace, che permette di costruire un legame di fiducia e collaborazione tra uomo e cavallo e che ha come focus nel lavoro quotidiano due criteri fondamentali:
Il rispetto dei tempi di apprendimento del puledro;
Il rispetto delle capacità psicofisiche di ogni soggetto in relazione all’età e allo sviluppo.

Tale metodo denominato “Metodo Naturale di Formazione” si sviluppa e viene applicato in totale continuità con la “Scuola Caprilliana di Equitazione” il cui cardine è l’utilizzo di una comunicazione con il cavallo basata sulle leggi naturali che regolano gli schemi comportamentali tra cavalli. Già un secolo fa Caprilli e i suoi più fedeli seguaci montavano a cavallo e affrontavano qualsiasi tipo di ostacolo, in campo o in campagna, senza imboccatura o capezza ma soltanto con un collarino, dando testimonianza al mondo di come fosse possibile comunicare con i cavalli alla stregua di una mamma che conduce e guida il proprio puledrino con semplici pressioni in precise zone del corpo. “Una strada, questa, probabilmente ancora poco esplorata” (cit. Ten. Col. Giuliano Bacco) indicataci circa un secolo fa da grandi uomini di cavalli e che possiamo intraprendere oggi attraverso la lettura del libro “La formazione del puledro secondo il Metodo Naturale”.

Osservando le abitudini dei cavalli in branco, allo stato naturale, ci si accorge che ogni loro motivazione comportamentale è riconducibile all’istinto di sopravvivenza inteso come ricerca dell’alimentazione, all’istinto di fuga, curiosità, aggregazione e gioco. Compito dell’uomo di cavalli che applica il Metodo Naturale di Formazione è quello di inibire l’istinto della fuga, e di stimolare quello della curiosità/esplorazione, di aggregazione e gioco. A tal proposito occorre tener ben presente che il 75% dell’attività cinetica di un puledro avviene sotto forma di gioco. Giocando prima con la madre e poi con i suoi coetanei il puledro acquisisce consapevolezza delle proprie capacità motorie, un adeguato e naturale allenamento, un corretto sviluppo del proprio equilibrio psicofisico.

La natura gregaria del cavallo caratterizza tutto lo sviluppo di un puledro che vive allo stato brado. Nell’arco dei primi anni di vita di un puledro che vive allo stato naturale si possono distinguere principalmente tre fasi. Una prima fase in cui interagisce solo con la madre. Una seconda fase in cui si allontana per brevi periodi ed interagisce con i suoi coetanei. Una terza in cui, avvenuto lo svezzamento, inteso come spontanea separazione dalla madre, il puledro interagisce con i suoi coetanei, di ambo i sessi, all’interno del gruppo e fra essi riconoscerà il capo branco.

Nell’applicazione del Metodo Naturale di Formazione, il momento ideale per iniziare un proficuo addestramento va individuato proprio nei mesi successivi allo svezzamento. Aiuta moltissimo tuttavia avviare una corretta interazione già dal momento della nascita tenendo ben presente, da subito, il rispetto dello spazio del redo/puledro, ciò perché l’addestratore non venga percepito come un predatore ma come una possibile guida, e che fino allo svezzamento il rapporto con l’uomo deve rivestire un carattere di marginalità.

 

 

Il concetto di spazio del puledro ed il suo riconoscimento sono fondamentali, nel quotidiano, per tutte le attività di grooming che nel libro vengono minuziosamente descritte, e per l’inizio del lavoro in tondino dove nella condizione di poter manifestare i propri istinti e di potersi muovere in libertà il puledro viene indotto dal suo aspirante leader a rispettare il suo spazio, per poi ottenere successivamente e secondo una tempistica determinata dalla manifestazione di alcuni segnali comportamentali, il permesso di potersi avvicinare. Fondamentale a tal proposito è l’utilizzo da parte dell’addestratore di un linguaggio verbale e paraverbale familiare al puledro e alle logiche comunicative che lo hanno accompagnato dalla sua nascita sino al suo inserimento nel branco. Condizione essenziale perché ciò possa avvenire in modo corretto è che l’addestratore abbia una piena consapevolezza di sé e un buon autocontrollo.

 

 

Contatti visivi, olfattivi e fisici, rispetto dei tempi di apprendimento, assenza totale di coercizione, diventano fondamentali per avvicinare il più possibile l’essere uomo e l’essere cavallo e per creare quella relazione che supportata da adeguati rinforzi positivi condurrà il cavallo a seguire la sua guida ovunque. In un semplice paddock, sulle prime barriere, nell’acqua, sui cavalletti, nel trailer. Su percorsi di salto ostacoli anche particolarmente competitivi. Una relazione così instauratasi permetterà di affrontare anche prove impegnative con la massima serenità e nella più totale reciproca fiducia. A tal punto che testiera e redini potranno essere sostituiti da un semplice collarino.

 

 

Il tutto esaltando quello che per il metodo naturale è un elemento imprescindibile: la volontà del cavallo. A parità di capacità fisiche e atletiche ciò che fà la differenza fra due cavalli è la volontà del cavallo ed il suo livello d’ intesa con il cavaliere.

 

 

 

 

 A cura di Cosimo Santeramo

Di Cohorse

Cosimo Santeramo.

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